L'intestino irritabile

Dott. Fabrizio Magnolfi - Gastroenterologo in Arezzo

Cosa si intende per “intestino irritabile” ? ed è vero che è così frequente?

E’ un disordine gastrointestinale funzionale ( cioè in assenza di patologie organiche) il cui sintomo cardine è il dolore o fastidio addominale, cui possono associarsi alterazione del numero delle evacuazioni e della consistenza o della forma delle feci. Se ne riconoscono almeno tre tipi: un intestino irritabile con diarrea, un intestino irritabile con stipsi ed uno misto in cui periodi di diarrea si alternano a periodi di stipsi. Rappresenta uno dei problemi clinici di più frequente riscontro nella nostra popolazione coinvolgendo il 10-20% delle persone, in prevalenza di sesso femminile.

Quali sono i meccanismi che determinano i sintomi dell’intestino irritabile?

Innanzitutto un’alterata motilità intestinale. Si tratta di un intestino che si contrae in maniera accentuata o finanche esagerata in seguito a stress psicologici o fisici o anche soltanto nel periodo post-prandiale. Basti pensare all’accentazione del fisiologico riflesso gastro-colico che si manifesta con dolori addominali e urgenza alla defecazione nell’immediato periodo post-prandiale. I pazienti con intestino irritabile tendono a sviluppare reazioni sintomatiche esagerate in conseguenza ad eventi stressanti,
Le contrazioni segmentanti esagerate possono determinare la distensione di un tratto viscerale ad opera del gas e quindi delle vere e proprie coliche gassose.
Inoltre i pazienti con sindrome dell’intestino irritabile presentano spesso una ipersensibilità viscerale: la percezione del dolore in seguito alla distensione del retto con un palloncino viene percepita per volumi significativamente inferiori rispetto alle persone sane
Ma più recentemente si è scoperto che il colon irritabile può essere innescato da un episodio di gastroenterite infettiva, che anzi sembra esserne la più importante causa. E sempre recentemente si è scoperto che il microbiota, cioè la flora batterica intestinale, svolge un ruolo importante nel colon irritabile.

Come si effettua la diagnosi? C’è bisogno di particolari esami strumentali?

La diagnosi è essenzialmente clinica. E si basa sull’anamnesi, sull’esame obiettivo, sui sintomi riferiti dai pazienti, sull’esclusione di sintomi o segni di allarme ( disappetenza, perdita di peso, presenza di sangue nelle feci, anemia, età superiore a 50 anni, familiarità per il cancro colorettale e per malattie infiammatorie croniche intestinali, cambiamento nella sintomatologia tipica o comparsa di sintomi notturni) e , se necessario, su di un piccolo gruppo di esami di laboratorio ( emocromo, PCR, calprotectina fecale, sangue occulto fecale, esame parassitologico delle feci, TSH)

Come si cura l’intestino irritabile?

L’approccio terapeutico può essere non farmacologico, oppure di tipo farmacologico, in base al tipo e alla severità dei sintomi.
Possiamo non usare i farmaci se riusciamo a tranquillizzare i pazienti. In una discreta percentuale di casi è poi sufficiente qualche accorgimento dietetico . Alcuni pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile traggono giovamento da una dieta povera di lattosio, di fruttosio, o di glutine. Da evitare cibi grassi, cibi piccanti, spezie,cibi affumicati, fritti, carni rosse, caffè, cavoli, legumi, cipolle.
Nei pazienti con stipsi Ie fibre (20-30 g) accelerano il transito intestinale. Il macrogol è poi efficace e ben tollerato nella stipsi cronica
Se invece prevale la diarrea, la loperamide è in grado di rallentare il transito intestinale.
Per il dolore useremo soprattutto antispastici che riducono le contrazioni dovute a stimoli come lo stress o il pasto.
Talvolta si arriva agli antidepressivi, ad un dosaggio più basso rispetto a quello utilizzato per il trattamento della depressione. Il loro impiego trova giustificazione dal fatto che la serotonina è contenuta per il 5% a livello del SNC e per il 95% nel tratto gastrointestinale. Il colon irritabile viene infatti oggi classificato come una patologia dell’asse cervello-intestino, essendo stata dimostrata un’attivazione dell’asse ipotalamo ipofisi, indotta da stress psico-fisico, che provoca stimolazione del sistema nervoso autonomico.
Altri farmaci che possiamo usare sono poi i probiotici che possono migliorare i sintomi del colon irritabile in circa il 50% dei casi e antinfiammatori come la mesalazina o disinfettanti intestinali come la rifaximina.
L’importante è che l’approccio terapeutico sia personalizzato e ritagliato su misura per ogni singolo paziente in maniera sartoriale e sia basato su di un buon rapporto medico-paziente.

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